"La verità prevarrà..."
di Matthijs van der Meer
La lotta di un devoto di Sai Baba per uscirne fuori
Pubblicato sul numero di ottobre di Spieglebeeld
Inizialmente non capivo: volevo un guru con una piccola cerchia di seguaci e non uno che se ne trascinava dietro oltre 30 milioni. Ma l'inverosimile si realizzò: mi ritrovai convinto ad agire contro "l'inclinazione del mio io" e diventai un devoto di Sai.
Una volta che lo diventai, cercai di esserlo completamente. Aver fede non fu difficile per me. Poichè la mia mente era abituata ad autori come Spalding e Yogananda, l'influenza di VIP come Sandweiss, Krystal e Murphet presto mi fece considerare i miracoli di Baba come un dato di fatto. Con questa premessa, non potevo concepire che Sai Baba non operasse in buona fede. Chiunque fosse capace di fare dei miracoli, stava in ogni caso dicendo la verità. Poichè, riflettevo, a questo livello nessuno sarebbe così stupido da sprecare il proprio capitale spirituale raccontando cose non vere. Così, se Sai Baba si dichiarava un avatar, Dio in forma umana, doveva essere così. E perchè no, dopo tutto? Se Dio è onnipotente, assumere una forma umana non è assolutamente un problema per lui. E dopo averlo fatto, poteva direttamente dire chi era. Di conseguenza ero turbato nel vedere la mancanza di tolleranza della gente nei miei confronti come devoto. Perchè mi sembrava di non avere molta scelta: ci si poteva forse aspettare che non seguissi Dio?
Anche più della mancanza di tolleranza, mi stupiva la mancanza di interesse della gente. A me sembrava inconcepibile credere che così tanti autori, molti dei quali in passato erano scettici, potessero essere caduti vittime dell'inganno - così tante storie e così tanta autenticità...E non era meraviglioso che Sai Baba volesse mostrarci che la mente e potenzialmente in grado di controllare la materia e che i miracoli fossero possibili? Già questo aspetto da solo avrebbe dovuto avere un significato scioccante nello stabilire delle teorie fisiche! Ma nessuna risposta veniva in quella direzione. Quindi, dovevo arrivare alle conclusioni da solo - affidandomi ai racconti di coloro che mi avevano preceduto:
Egli mosse la mano nel modo che aveva adottato per creare gli oggetti e apparve una bianca soffice massa della dimensione di metà di un pugno. Tese la mano e ce la mostrò:"E' zucchero filato", disse. Poi con voce infantile di meraviglia:"Guardate, potete ancora vedere il processo della creazione".
Nel palmo della sua mano c'era acqua che stava lentamente sparendo nella massa di zucchero candito. Ma quando arrivammo in California, lo zucchero si era indurito. (Hislop, 1985, 44).
Per chiunque si prendesse il disturbo di guardare, non c'era affatto spazio per i dubbi. Erano i dettagli che convincevano. E in più, Sai Baba aveva promesso aiuto e guida nella vita di chiunque! Io stesso ero stato nei guai per anni e mi ero affidato all'ultimo spicchio di speranza. Quindi, nell'estate dell'89, a 19 anni viaggiavo verso Baba.
Una "udienza" (cioè un incontro di gruppo) seguì e per la prima volta vidi i miracoli da vicino. Inoltre, Baba mi portò nella stanza adiacente dietro la tenda. "Come ti senti?" mi chiese tranquillamente, poi, prima che io potessi dire qualunque cosa per riassumere i miei problemi: "Non preoccuparti" aggiunse "ti aiuterò io!". Dopo mi sbottonò i pantaloni e diede una occhiata a quello che avevo negli slip. Fece un movimento con la mano come se materializzasse qualcosa, ed un liquido denso apparve sulle sue dita, ed egli lo spalmò sul mio ventre. Poi la mia euforia non conobbe limiti. Bruciavo di inquietudine: avevo trovato una via di fuga nella mia vita. E quindi non avrei deluso Baba. Avrei fatto in modo di servirlo al meglio delle mie possibilità - era una opportunità che non potevo perdere! In breve ero diventato un vero devoto!
La puntura dello spillo
Dopo anni di speranza intensamente dolce, nel febbraio 1993 il sogno fu disturbato. Naturalmente c'erano stati degli esempi di opinioni negative su Baba prima. Ma lo studio di Dale Bernstein fu la prima critica sufficientemente circostanziata da prendere seriamente. Il senso di acuta crisi che mi prese rimarrà con me per il resto della mia vita.
Ecco i dettagli più convincenti. Per esempio, riguardo alla supposta creazione del cosiddetto lingam da parte di Baba (il lingam è una pietra liscia di forma ovale) che annualmente egli tira fuori dalla sua gola. Tra gli altri, Beyerstein cita i devoti stessi: "Baba ha detto che spesso trova difficile ritardare o anticipare la formazione del lingam dentro di se" (N. Kasturi, citato da Beyerstein). Notevole naturalmente: Dio che trova qualcosa difficile...Mentre vomitare un lingam è una azione abbastanza comune tra i santoni indiani in generale, come ci dice il grande Houdini in un'altra citazione. Questo si fa semplicemente (dopo un pò di allenamento) ingoiandone uno in anticipo, con la precauzione di rigurgitarlo entro un certo tempo...Un altro esempio riguarda l'americano Walter Cowan, che si dice sia stato resuscitato dalla morte da Baba - una storia che il personale interessato come i dottori hanno confutato.
Adesso tra i devoti è pratica comune interpretare tutto ciò che riguarda Baba come controverso o notevolmente umano, come l'espressione del suo maya, la sua (divina) identificazione con la realtà degli esseri umani. Questa apparente falsificazione può sempre essere spiegata come un test di fede per i devoti appositamente orchestrato. Ma naturalmente in questo modo tutto può essere spiegato! Ma questo modo di ragionare può, tutto sommato, reggere fino a che regge la fiducia dei devoti. Se queste fondamenta cadessero, non ci lascerebbe nulla se non la possibilità della fede cieca - e proprio questo pensavo di aver salvaguardato con Sai Baba. Il mio mondo subì uno scossone una volta che le fondamenta di fiducia (almeno per me) furono colmate dal dubbio. Con la logica implicazione che la buona fede di Baba inevitabilmente divenne incerta. E così cominciai a ripensare ad una storia in un giornale olandese del gennaio 1992: la storia di Keith Ord che aveva dichiarato che Sai Baba aveva ripetutamente abusato di lui.
La breccia
All'inizio misi la storia da parte. Anche se avevo sentito la probabile verità nella storia, perchè io stesso avevo infatti sperimentato qualcosa (per dir così..) che puntava nella stessa direzione... E' solo che per me stesso non avevo avuto così tanti sospetti. Presumevo che Baba, che dopotutto proclamava i essere onnisciente, dovesse quindi sapere cosa poteva e cosa non poteva fare con me. Ma riflettendoci meglio, come sembrava dalla storia di Keith, c'erano anche dei devoti che avevano reagito diversamente. Poichè essi erano stati coinvolti da Baba in autentiche attività sessuali. Come scoprii quando alla fine mi misi in contatto con le persone intervistate nell'articolo, uno di questi devoti era stato l'amico di Keith, Michael Pender. Un mese e mezzo dopo un viaggio da Baba e 10 udienze, si era suicidato. Oltre a questo, un messaggio di carattere medianico era stato pubblicato in risposta alla costernazione che era sorta tra i devoti olandesi, il cosiddetto "Sai-message" di Lucas Ralli. Ralli viveva vicino a Keith e quindi gli aveva fatto visita. Nel messaggio, tutto quello che Keith aveva saputo era stato aspramente (nelle parole di Keith: in maniera umiliante) stato negato.
Questa reazione non concordava assolutamente con gli insegnamenti di Baba: satya, dharma, shanti, prema (verità, giustizia, equanimità, amore). Come devoti, non dovevamo essere gentili ed amabili, specialmente con Keith, evitando conclusioni affrettate e assicurandoci che la verità emergesse? Non dovevamo aprire tutta la nostra spiritualità alla realtà?
Con la silenziosa speranza di poter evitare il fantasma di Baba, nel novembre 1993, scrissi a Keith una lettera nella quale proponevo di viaggiare in India con un gruppo di altre vittime, e in una situazione in cui egli non potesse negare le cose, chiedere a Baba una spiegazione. "La tua proposta (...) mi terrorizza e mi diverte allo stesso tempo", rispose Keith oltre ad esprimere piacevole sorpresa per la mia lettera. Ma non condivideva la mia speranza di una positiva spiegazione da parte di Baba. Si era lasciato alle spalle l'episodio di Baba e non gli piaceva l'idea di un ritorno. "Perchè rischiare la tua vita per nulla?" mi chiese per impressionarmi. Egli deve aver sentito la mia disperazione, poichè del tutto inaspettatamente mi telefonò. Nella conversazione che seguì, vennero fuori i più scioccanti dettagli dell'abuso di Baba - tra le altre cose l'esitante confessione di Michael che Baba gli aveva imposto il sesso orale con lui. "Egli, egli...l'ha voluto..." aveva detto Michael a Keith. E per puro disagio essi erano scoppiati a ridere; Keith aveva avuto difficoltà a credergli. Scioccato dal suicidio, egli decise di andare in viaggio da Sai Baba per cercare una risposta - diventando a sua volta una vittima.
Sembrava troppo atroce per essere vero. Nel frattempo erano passati molti mesi durante i quali mi ero rivolto a molti scrittori su Sai per consegnare loro una mia lettera. John Hislop, per esempio era passato dicendo una breve frase con aria di sufficienza. Così, per l'estrema disperazione provai un tentativo più serio con Samuel Sandweiss (che dopo tutto era uno psichiatra). Ma non ci fu nessuna risposta. Nel frattempo tra me ed i devoti che conoscevo si era formato un abisso. Finchè il 13 maggio del 1994 mi resi conto che non ero più un devoto.
Affrontare la realtà
Nel giugno '95, visitai Keith. .egli si rivelò essere un ragazzo nero di eccezionale bellezza. Parlammo e parlammo ed io registrai su alcune cassette. Da un dettaglio all'altro Keith raccontò cosa era successo quella volta. Sugli insulti daparte dei devoti dopo che egli aprì bocca mentre era ancora lì. Del momento in cui fu minacciato di essere lapidato. Dell'iniziale invidia per l'udienza che aveva avuto. Degli abbracci e del tocco di Baba. Della disperazione, solitudine, paura...Ed infine, in dettaglio, sugli evidenti segni di eccitazione di Baba. Probabilmente la cosa peggiore di tutto fu il fatto che dopo le prime palpazioni, Keith si stava tirando su i pantaloni, Baba si mise un dito alle labbra e disse "Non parlare!" - questo completava l'analogia con l'incesto e rendeva chiaro il marciume dell'intera cosa.
Allo stesso tempo, specialmente questa situazione dimostrò i leela di Baba, i suoi giochi con le leggi della natura. Attraverso la sottile stoffa della sua veste, in una successiva udienza privata, egli fece sentire la sua mascolinità. Ma mentre Baba faceva scorrere ancora la mano di Keith egli si ritrovò a toccare quello che sembrava essere un organo femminile...E mentre Keith era nello sbalordimento totale, Baba gemeva velocemente:"Bene, bene, bene". E poi aggiunse: "Questa è la divinità, è questo che volevi?"
Due giorni dopo incontrai l'uomo che aveva portato avanti il diniego, Lucas Ralli, che enfatizzò in particolare quest'ultima parte. Come se il resto non importasse. Come se non facesse alcuna differenza, se Baba avesse offerto invece dei suoi genitali una gomma:"Questa è divinità. E' questo che vuoi?". Egli mi aveva riservato un'ora. Un'ora che sembrava necessario riempire di miracoli- storie; prima che potessi anche solo tentare di formulare le mie domande, più di 25 minuti erano trascorsi. Cercando un inizio, gli ricordai che aveva affermato di aver aiutato Keith all'epoca. Per mostrargli il "Messaggio Sai" e dirgli:"Sono sicuro che Keith non sarebbe d'accordo con questo testo..." - "No, capisco cosa stai dicendo" egli interruppe. "Perchè..." continuai con implicito riferimento alla storia di Keith "è assolutamente negata". E con attenta enfasi aggiunsi:"E' una cosa molto difficile per qualcuno che ha sperimentato questa cosa..." Improvvisamente Ralli rimase in silenzio per un pò. Per deviare cautamente la nostra linea di conversazione in un'altra direzione. Ripresi l'argomento e citai il suo messaggio:"Nessun atto improprio ha mai avuto luogo", per me, per me...questa è una bugia!". Egli interruppe: Formati pure la tua opinione". Seguì il silenzio. Ralli fissava i suoi scritti. "Non riesco a capire" dissi, "poichè il resto del messaggio è sulla verità: la verità prevarrà, concentrate tutti i vostri sforzi sulla diffusione della verità. Ma questo stesso messaggio contiene una bugia..."Comunque Ralli rifiutò di ammettere le sue responsabilità; egli affermò di essere stato solo "uno strumento" nelle mani di Baba. Ma una volta che gli raccontai della mia esperienza e delle cose che sapevo, egli disse che senza dubbio una "tale cosa" (come l'intimidazione sessuale) doveva essersi verificata...E riguardo al motivo, egli dichiarava di essere curioso come lo ero io. "Ma Baba sa cosa vogliamo e ci da quello che vogliamo." Ralli sostenne. Apparentemente un nascosto desiderio sessuale verso Baba era stato presente nei devoti coinvolti, e Baba nella sua inesauribile compassione aveva esaudito i loro desideri. O forse Baba con una esperienza traumatica aveva guidato la gente verso una vita molto più normale. "E allora che mi dice del suicidio di Michael?" chiesi. "Bene, tutti abbiamo il libero arbitrio, no?" fu la risposta. "E aveva l'AIDS, no?". Questo mi fece ammutolire. Ma Ralli continuò: "L'ho scritto, era sieropositivo ed era molto malato".
Notate questo: l'unico con cui avesse mai parlato di Michael era Keith, che lo descriveva come "così vitale". Quindi, cosa dovevo fare adesso? Ma non fui lasciato nel dubbio a lungo. Keith ed io fummo invitati a cena da sua madre, la quale mi mostrò molte immagini di Michael: un bel ragazzo bianco che si era lasciato riprendere sorridendo senza eccezione. In seguito vidi per un attimo lacrime di rabbia nei suoi occhi: "Se non fosse stato per quel dannato Sai Baba, Michael sarebbe ancora vivo oggi".
The Findings
Mi sentivo impotente. Ancora i miei pensieri andavano agli studenti di Baba; nel periodo trascorso in India, due volte al giorno li avevo visti marciare nella piazza del tempio. Pensavo a quanto intensamente li avevo invidiati. E le reazioni dei devoti quando Baba una volta aveva accarezzato la guancia di un ragazzino...mi resi conto di cosa poteva significare - "I miei studenti sono mia proprietà" Baba aveva detto da qualche parte. Questo mi opprimeva. Quanto ci voleva perchè l'iceberg emergesse? Cosa bisognava fare?
Quando nel maggio '96 Sandweiss visitò l'Olanda ebbi l'opportunità di mettere una copia della mia lettera nelle sue mani. Ma ancora egli non rispose. Ma lo sforzo non fu vano. Quando nel maggio 1996 Sandweiss visitò l'Olanda colsi l'opportunità di mettere una copia della mia lettera nelle sue mani. Ma egli non rispose. Eppure questo gesto non fu vano. Alcune persone dell'organizzazione seppero della mia azione e per grazia di Baba nell'ottobre 1996 fu organizzato un incontro con l'allora 81enne Phyllis Krystal. Ella affermò sia le intimidazioni di Baba che la copertura dell'organizzazione. Ma continuava ad evitare di trarre qualunque conclusione. Si sentiva che lei stava arrancando per cercare una divina spiegazione che una volta io stesso avevo cercato. E così io dichiarai che tutto considerato, nessun supporto razionale rimaneva per distinguere Sai Baba da un criminale (su questa base, si sarebbe potuto dire che anche Hitler e Nerone erano stati degli avatar!). "Anche se con il nostro cuore crediamo a Swami," dissi "col nostro comportamento dobbiamo dubitare di lui perchè questo è il nostro dovere morale in una situazione come questa". Ma anche se ella ammise la logica della mia etica, Krystal continuò ad evitarne le conseguenze.
Mentre ci salutavamo, lei promise di farmi sapere appena ci fossero state delle novità. Malgrado gli sviluppi della faccenda negli anni a seguire, non si fece mai viva. Anche se non può aver mancato il lavoro di David Bailey, un Vip della cerchia delle sue conoscenze". In ogni caso, Bailey stesso ci ha raccontato di averla tenuta al corrente. Quello che era cominciato come un sogno, con una posizione di insegnante volontario di storia musicale presso l'università di Sai Baba, doveva portare all'incertezza una volta che egli entrò a fare parte della cerchia più interna. Da lì, alla inevitabile delusione, non solo egli trovò la strada della intera verità, ma a causa del suo coinvolgimento personale, scoprì tutto sulla situazione. Infine, lui e sua moglie Faye compilarono una collezione di testimonianze verificate giuridicamente nel loro rapporto "The Findings" - un campionario di incubi riguardanti congiure ed inganni, uccisioni e sparizioni, imbrogli finanziari, esecuzioni di studenti da parte della polizia Indiana, corruzione, ricatti, sesso di gruppo obbligatorio e penetrazione anale di bambini. In contemporanea nell'Indian Skeptic dell'agosto '99, fu pubblicato un angoscioso rapporto sulla selezione sistematica di bei ragazzini da parte delle Sai Organisation.
Inizialmente tutti questi sviluppi erano sfuggiti alla mia attenzione. Finchè, inaspettatamente mi telefonò quello che un tempo era stato un convinto devoto e che, a causa della mia insistenza sull'abuso di Baba, aveva interrotto i contatti. "Non immagini perchè ti telefono" cominciò.
Riferimenti:
Beyerstein, Dale, Sai Baba’s Miracles; an overview, Dale Beyerstein, Vancouver 1992. Eijk, Piet van der, ‘De wonderdoener’, HP/De Tijd, 31-1-'92. Hislop, John, My Baba and I, Birth Day Publishing Company, San Diego 1985. Premanand, Basava, ‘The Sai Baba and his students’, Indian Skeptic, augustus 1999.